Stanno crescendo, in modo sensibile, in Argentina i numeri di persone che, colpite dal Covid, soffrono di quella che è stata battezzata variante "Frankestein", che comporta una forte raucedine, causando dolori che qualcuno ha definito come "un coltello trafitto in gola".
Covid: l'Argentina si confronta con la variante "Frankenstein"
Si tratta di una evidente differenza rispetto alla leggera disfonia lasciata dalla tosse che caratterizzava il Covid al suo manifestarsi, nel 2020. In Argentina questa variante del virus sta creando non pochi problemi. Da quando il lignaggio XFC della variante Omicron ha iniziato a prendere il centro della scena nel mondo (attualmente, secondo l'OMS, rappresenta più della metà dei casi globali), un sintomo specifico è stato descritto come differente rispetto ad altri ceppi già noti: la raucedine generata dal patogeno, ora sotto le spoglie di "Frankenstein", come la gente lo ha etichettato.
Questi casi potrebbero essere confusi perché nel periodo dell'anno le allergie primaverili, nell'emisfero sud, iniziano ad emergere a poco a poco ed è possibile che alcuni dei loro impatti assomiglino ad una atrofia vocale transitoria.
Al quotidiano argentino Clarín, l'otorinolaringoiatra Stella Maris Cuevas ha detto sta vedendo "molte disfonie che non sono quelle comuni. La disfonia del ceppo Frankenstein è rara, lo si capisce subito".
Cuevas ha aggiunto che questo "è associato all'odinofagia e dalla mancanza di percezione degli odori che dura per due o tre giorni, oltre a vomito, nausea e dolore corporeo. Ma niente di grave. Questo non ti uccide perché abbiamo l'immunità attraverso Omicron, oltre al fatto che queste sono due sottovarianti insieme e formano XFG".
Dopo la conferma ufficiale che questa sottovariante era arrivata nel Paese, il Ministero della Salute non ha fornito nuove indagini genomiche per conoscerne la progressione. Tre casi sono stati originariamente rilevati a Córdoba, ma il comportamento successivo che potrebbe aver avuto è sconosciuto.
Poiché non ci sono quasi più esami, ma le diagnosi si stabiliscono con l'osservazione clinica, l'aspetto della raucedine è diventato un elemento chiave per poter identificare con un alto grado di certezza il fatto che oggi una persona possa essere stata contagiata dal Covid.
Questa proliferazione del ceppo Frankenstein avviene in un momento di declino dell'immunità della popolazione, poiché nel 2025 oltre il 99% degli argentini non ha ricevuto alcuna dose contro il Covid, secondo i dati del Registro federale delle vaccinazioni nominalizzate (Nomivac). Lo ha fatto solo lo 0,65 per cento di quelli di età superiore ai 6 mesi, che sono quelli a cui è indicata la domanda. Mentre in tutto il 2024 lo ha fatto solo il 3,8%.
In questo contesto, la Commissione Nazionale per l'Immunizzazione (CoNaIn) ha concordato con il Governo un nuovo modo di approcciare l'applicazione del vaccino Covid, con il criterio di unificare le indicazioni per questo e per il vaccino antinfluenzale, e l'obiettivo di applicarle contemporaneamente ai gruppi a rischio: bambini tra i sei mesi e i 4 anni compresi, anziani a partire dai 65 anni di età, personale sanitario, donne in gravidanza e persone di età compresa tra 5 e 64 anni con fattori di rischio.