Quella della contraccezione imposta alle donne groenlandesi, negli anni '60, è una delle pagine più nere della storia della Danimarca. Oggi il Paese, insieme alla Groenlandia, si sono scusati per quanto accadde ai danni di giovani donne vittime di ripetute vessazioni, come appunto il divieto alla procreazione.
Danimarca e Groenlandia si scusano per la contraccezione imposta alle donne dell'isola
Sia Jens-Frederik Nielsen, il primo ministro della Groenlandia, che il premier danese Mette Frederiksen hanno stigmatizzato l'accaduto. Anche se il passato non può essere cambiato, ha detto il primo ministro danese, "possiamo assumercene la responsabilità".
La vicenda lo scorso anno ha visto una azione giudiziaria da parte di quasi 150 donne Inuit che hanno citato la Danimarca, con richieste di risarcimento, affermando che le autorità sanitarie danesi hanno violato i loro diritti umani quando le costrinsero a subite l'impianto di dispositivi contraccettivi intrauterini, noti come IUD, che impediscono agli spermatozoi di fecondare un ovulo.
Alcune delle donne, tra cui molte che all'epoca erano adolescenti, hanno detto di non essere state informate sui dettagli della procedura o di non aver dato il loro consenso. L'anno scorso le autorità danesi hanno detto che ben 4.500 donne e ragazze – secondo quanto riferito, corrispondenti la metà delle donne fertili in Groenlandia all'epoca – hanno ricevuto IUD tra gli anni '60 e la metà degli anni '70.
La motivazione di questa aberrante pratica era che occorreva limitare la crescita della popolazione in Groenlandia, che stava aumentando rapidamente all'epoca a causa delle migliori condizioni di vita e di una migliore assistenza sanitaria.
Le scuse dei governi, rilasciate in una dichiarazione congiunta, arrivano prima di un rapporto previsto per il mese prossimo e relativo a un'indagine sui maltrattamenti.
Frederiksen ha detto che le sue scuse includevano anche la discriminazione sistematica della Danimarca e altri fallimenti e maltrattamenti contro i groenlandesi, ammettendo che la contraccezione forzata ha portato a danni fisici e psicologici.
Da parte sua, Nielsen ha detto che il governo della Groenlandia, che ha assunto il controllo del suo settore sanitario da Copenaghen nel 1992, ha riconosciuto la propria responsabilità nei casi di contraccezione forzata e prevede di concedere un risarcimento alle vittime.
"Troppe donne sono state colpite in un modo che ha lasciato impronte profonde sulla loro vita, sulle famiglie e sulle comunità", ha scritto in un post sui social media. "Mi dispiace per le donne e i loro cari. E condivido il loro dolore e la loro rabbia. È triste che le scuse arrivino solo ora: è troppo tardi e troppo male".
Le scuse non chiudono comunque la vicenda giudiziaria. Come ha detto Mads Pramming, un avvocato che rappresenta le donne, che ha comunque accolto con favore le scuse dei due primi ministri. "Oggi hanno deciso di scusarsi, di scusarsi formalmente. E questa è una grande cosa, credo", ha detto. "Ma non hanno ancora detto nulla sulla causa, e potenzialmente non accetteranno la causa".
Groenlandia divenne un'entità autonoma.
La vicenda evidenzia secoli di politiche danesi che hanno danneggiato i groenlandesi e le loro famiglie. Le politiche includevano la contraccezione forzata, così come l'allontanamento dei giovani bambini Inuit dai loro genitori per essere dati alle famiglie affidatarie danesi per la rieducazione e i controversi test di competenza dei genitori che hanno portato alla separazione forzata delle famiglie.
Pramming ha detto che mentre la maggior parte delle persone crede che il colonialismo e i suoi abusi siano avvenuti in un "lontano passato", le vittime della contraccezione forzata sono ancora vive.