• La piattaforma di wealth planning
  • Non è solo un pacco, è la soluzione giusta
  • banner italpress 720x90

Pesci geneticamente modificati per ridurre l’inquinamento da mercurio nelle acque

 
Pesci geneticamente modificati per ridurre l’inquinamento da mercurio nelle acque
Redazione

Gli scienziati della Macquarie University hanno creato pesci zebra in grado di neutralizzare il metilmercurio, una delle tossine più pericolose per la salute umana e ambientale.

Per decenni, l’inquinamento da mercurio si è accumulato nei laghi e negli oceani, contaminando l’ecosistema marino e mettendo a rischio la salute dell’uomo. Questa sostanza tossica si accumula nei pesci e, attraverso la catena alimentare, arriva fino agli esseri umani, con gravi conseguenze sul sistema nervoso e riproduttivo.

Un team di scienziati della Macquarie University di Sydney (Australia) ha sviluppato una soluzione innovativa: pesci geneticamente modificati in grado di neutralizzare la tossicità del mercurio.

La ricerca: come funziona il processo di biorisanamento

Gli studiosi hanno modificato geneticamente i pesci zebra e i moscerini della frutta, inserendo geni di Escherichia coli che producono un enzima capace di trasformare il metilmercurio (altamente tossico) in etilmercurio, una forma meno dannosa che evapora dal corpo.

I risultati sono sorprendenti:

  • i pesci modificati hanno mostrato il 64% in meno di metilmercurio rispetto ai pesci non modificati;

  • i moscerini della frutta hanno registrato una riduzione dell’83%.

Un futuro più sicuro per la catena alimentare

Se la tecnica verrà confermata su larga scala, i pesci geneticamente modificati potrebbero diventare uno strumento chiave per il biorisanamento delle acque, proteggendo non solo la fauna ittica ma anche gli uccelli e gli esseri umani che dipendono dalla catena alimentare.

È la prova del concetto per l'ingegnerizzazione degli animali per il biorisanamento”, spiega Kate Tepper, membro del team di ricerca. “Potenzialmente si potrebbe usare questo per molti inquinanti”, aggiunge, indicando possibili applicazioni anche contro microplastiche, residui farmaceutici e PFAS.

Il problema del mercurio: un’emergenza globale

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’esposizione cronica al metilmercurio può causare danni neurologici, compromissione dello sviluppo cognitivo nei bambini e disturbi riproduttivi. Le principali fonti di inquinamento sono le centrali a carbone, l’attività mineraria e alcune pratiche industriali.

La possibilità di ridurre drasticamente l’accumulo di mercurio attraverso la biotecnologia potrebbe aprire scenari inediti per la lotta all’inquinamento e la tutela della salute globale.