Via le ambiguità sul disagio giovanile, nuovi Pdta e maggiore ruolo ai SerD. Le osservazioni inviate al Governo in vista dell’approvazione del Pansm
02 settembre 2025 – Il percorso verso l’approvazione del nuovo Piano d’Azione nazionale per la Salute Mentale (Pansm) 2025-2030 entra nel vivo. Le Regioni hanno inviato al Governo un documento con proposte di modifica, che punta a rendere il testo più chiaro, sostenibile e coerente con i modelli organizzativi attuali.
Obiettivi chiari e risorse dedicate
Secondo le Regioni, gli obiettivi, le azioni e gli indicatori del Pansm risultano troppo generici e necessitano di un cronoprogramma realistico. Viene inoltre sottolineata la necessità di finanziamenti dedicati, poiché l’attuazione del Piano avrà un forte impatto economico sui sistemi sanitari regionali.
Salute mentale come ambito trasversale
Tra le richieste c’è la rimozione di riferimenti considerati fuorvianti, come l’allarme sociale su smartphone, social network e “infanzia senza gioco”. Al loro posto si propone di evidenziare che la salute mentale è un ambito trasversale e intersettoriale, che coinvolge scuola, lavoro e servizi sociali, e che deve essere affrontata con un modello integrato e centrato sulla comunità.
Prevenzione e dipendenze: un approccio integrato
Le Regioni chiedono di rafforzare l’integrazione tra salute mentale e dipendenze, in particolare per la fascia giovanile. Le proposte includono:
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istituzione di Piani d’Azione integrati per le dipendenze,
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creazione di Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (Pdta) condivisi,
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valorizzazione del ruolo dei SerD, servizi multidisciplinari capaci di affrontare prevenzione, cura e riabilitazione con un approccio bio-psico-sociale.
Disagio giovanile: distinguere dal disturbo mentale
Altro punto chiave è la necessità di non confondere il disagio giovanile con i disturbi mentali. Le Regioni sottolineano che il disagio giovanile è una problematica sociale complessa, che necessita di risposte educative, familiari e comunitarie e non di interventi psichiatrici in assenza di una diagnosi.
Giustizia e salute mentale
Sul fronte della giustizia, viene proposto di istituire equipe forensi nei Dipartimenti di Salute Mentale per seguire i pazienti autori di reato con progetti terapeutici individuali. Inoltre, le Regioni chiedono un incremento dei posti letto per i minori e la nomina in ogni Dipartimento di un referente per la giustizia minorile con equipe multidisciplinare dedicata.
Housing, formazione e ricerca
Confermato l’approccio Housing First, con l’inclusione della riduzione del danno da alcol e droghe come parte della mission dei SerD. Sul piano formativo, le Regioni propongono nuove lauree magistrali e corsi di perfezionamento per le professioni sanitarie della riabilitazione e infermieristiche, oltre a percorsi di carriera per il personale non medico dei Dipartimenti.
Un Piano più vicino ai bisogni reali
Le Regioni puntano a un Piano realmente operativo, con azioni concrete, risorse dedicate e indicatori misurabili, in grado di rafforzare la salute mentale come diritto universale, integrato e sostenuto da servizi di comunità.