Secondo le previsioni degli esperti, nel 2075 la Terra sarà abitata da almeno dieci miliardi di persone, due miliardi in più rispetto ad oggi. Una condizione che costringerà il pianeta, con le stesse superfici e risorse, a produrre molto più cibo. La domanda è inevitabile: tra cinquant’anni ci sarà cibo sufficiente per sfamare tutti?
Nel corso del Novecento, la popolazione mondiale è cresciuta rapidamente, costringendo l’agricoltura a trasformarsi attraverso quella che è stata definita la Rivoluzione Verde. Grazie a fertilizzanti, irrigazione estesa e nuove tecniche colturali, la resa per ettaro è aumentata, consentendo di rispondere all’aumento della domanda. Tuttavia, il modello agricolo continua a cambiare e dovrà adattarsi ancora di più nei prossimi decenni.
I cambiamenti climatici sono il fattore che più influenzerà la produzione alimentare. Eventi estremi, piogge torrenziali, erosione del suolo, periodi di siccità prolungata e temperature elevate rischiano di compromettere raccolti e fertilità del terreno. Le piante, sottolineano gli esperti, soffrono in particolare se le notti restano troppo calde, generando stress e cali di produttività.
Se in alcuni Paesi la produzione agricola supera i consumi, la fame nel mondo non è legata solo alla disponibilità di cibo, ma anche a fattori politici, economici e distributivi.
Le soluzioni per affrontare le sfide future passano da pratiche di agricoltura sostenibile:
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minima lavorazione del terreno, per preservare il suolo e ridurre i costi,
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rotazione delle colture, per mantenere fertile la terra e ridurre parassiti e malattie,
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copertura del suolo, per contrastare erosione e perdita di nutrienti,
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diffusione di agricoltura biologica e agricoltura di precisione.
Quest’ultima sfrutta le nuove tecnologie per ottimizzare l’uso di acqua, fertilizzanti, sementi e carburante, migliorando la produttività e riducendo i costi ambientali. L’agricoltura biologica, pur avendo rese più basse, contribuisce alla conservazione della fertilità del suolo e alla riduzione dell’impatto ambientale.
Ma oltre alle scelte tecniche e politiche, anche la società ha un ruolo decisivo: la popolazione deve essere consapevole che la terra coltivabile è limitata. Per garantire cibo a dieci miliardi di persone a un prezzo accessibile, sarà necessario puntare su rese elevate, terreni sani e pratiche rispettose dell’ambiente.
Il futuro dell’alimentazione dipenderà dunque da un equilibrio: innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e responsabilità politica e sociale. Solo così, nel 2075, sarà possibile rispondere alla sfida più grande: sfamare dieci miliardi di persone senza distruggere il pianeta.