La Therapeutic Goods Administration propone nuove restrizioni per gli integratori contenenti vitamina B6. Centinaia di casi di neuropatia già segnalati. Possibile class action contro i produttori.
Vitamina B6 sotto osservazione: rischio di intossicazione e danni neurologici
In Australia cresce la preoccupazione per i rischi legati all’assunzione eccessiva di vitamina B6, un principio attivo ampiamente diffuso in medicinali, integratori alimentari, bevande energetiche e frullati dietetici.
L’authority nazionale del farmaco (TGA – Therapeutic Goods Administration) ha annunciato l’intenzione di limitare l’accesso ai prodotti contenenti B6, in seguito a un numero crescente di casi di neuropatia periferica, neuropatia sensoriale e polineuropatia cronica legati al suo utilizzo.
Secondo la TGA, la B6 – nota anche come piridossina, piridossale o piridossamina – è presente in oltre 1.500 prodotti registrati in Australia. Nonostante la maggior parte dei consumatori non sviluppi effetti collaterali, l’assunzione di dosi elevate è associata a danni neurologici irreversibili in soggetti vulnerabili o in caso di sovradosaggio cronico.
Oltre 170 segnalazioni, ma i casi reali sarebbero molti di più
L’autorità regolatoria ha ricevuto oltre 170 segnalazioni ufficiali di danni da vitamina B6, ma i medici ipotizzano che il fenomeno sia ampiamente sottostimato. Molte persone, infatti, non collegano i sintomi neurologici all’assunzione di integratori vitaminici, sottovalutandone il potenziale tossico.
Le proposte della TGA: restrizioni, nuova etichettatura e vendita controllata
Il rapporto tecnico della TGA propone diverse misure per ridurre l'esposizione non controllata alla vitamina B6:
- Riclassificare gli integratori contenenti più di 50 mg di B6 come Tabella 3, ovvero vendibili solo in farmacia con consulenza del farmacista, a partire da febbraio 2027.
- Circa 100 prodotti rientrerebbero in questa nuova classificazione, con l’obbligo di valutazione preventiva da parte del farmacista.
- Gli integratori con dosi superiori a 200 mg dovrebbero invece essere disponibili solo con prescrizione medica (fascia 4).
- Obbligo di etichettatura più chiara e avvertenze visibili sulle confezioni per evitare una sovraesposizione accidentale alla vitamina.
La TGA ha chiarito che le nuove misure riguarderebbero solo il 7% degli integratori contenenti vitamina B6, mentre la maggior parte resterebbe accessibile senza ricetta.
Class action in corso contro un colosso della medicina complementare
La questione potrebbe avere anche sviluppi legali rilevanti. Uno studio legale australiano ha avviato una class action contro l’azienda Blackmores, uno dei principali produttori nel settore della medicina complementare.
L’azione collettiva è sostenuta da oltre 140 persone che hanno riferito sintomi gravi e persistenti attribuiti all’intossicazione da vitamina B6. Molti di loro, pur avendo interrotto l’assunzione, continuano a soffrire di conseguenze neurologiche a lungo termine.
Secondo gli avvocati coinvolti, la mancanza di informazioni chiare sui rischi associati all’uso prolungato o ad alte dosi di vitamina B6 rappresenta un problema di interesse pubblico e di sicurezza sanitaria.
Vitamina B6: benefici noti ma attenzione al dosaggio
La vitamina B6 è da sempre considerata utile per il metabolismo, il sistema nervoso e la produzione di neurotrasmettitori, ma come accade per molte sostanze attive, il dosaggio è cruciale.
Una sovradosaggio cronico può alterare le funzioni neurologiche e provocare danni irreversibili, soprattutto in soggetti con metabolismo alterato o in associazione con altri integratori.
Redazione