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Sui dazi, Trump minaccia i Paesi Brics: tariffe più alte se non cambiano le loro politiche

 
Sui dazi, Trump minaccia i Paesi Brics: tariffe più alte se non cambiano le loro politiche

Duro affondo del presidente USA contro il blocco emergente dei BRICS, in crescita diplomatica e commerciale. Sotto accusa anche le loro posizioni su clima, commercio e governance globale.

Donald Trump torna a scuotere l’arena geopolitica internazionale con una nuova minaccia commerciale: gli Stati Uniti imporranno un’ulteriore tariffa del 10% a tutti i Paesi che, a suo dire, “aderiranno alle politiche antiamericane dei BRICS”. Il messaggio, diffuso con un post su Truth Social, arriva proprio nelle ore di apertura del vertice BRICS 2025 a Rio de Janeiro, in Brasile.

“Qualsiasi Paese che si allinei alle politiche antiamericane dei BRICS verrà soggetto a un’ulteriore tariffa del 10%. Non ci saranno eccezioni a questa politica. Grazie per l’attenzione!”, ha scritto Trump, senza però chiarire cosa intenda esattamente con “politiche antiamericane”.

L’avvertimento giunge mentre l’amministrazione Trump è impegnata in negoziati lampo per chiudere nuovi accordi commerciali prima del 9 luglio, termine previsto per l’attivazione di dazi di ritorsione di ampia portata.

Nel frattempo, a Rio de Janeiro, i leader dei BRICS – Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica ed altri nuovi membri tra cui Iran, Egitto, Etiopia ed Emirati Arabi Uniti – hanno aperto il vertice con una dichiarazione congiunta in cui criticano il protezionismo economico e mettono in guardia dagli effetti negativi dell’aumento dei dazi sul commercio globale.

Lula: “I BRICS sono gli eredi dei Paesi Non Allineati”

Nel suo intervento, il presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva ha definito i BRICS gli “eredi del Movimento dei Paesi Non Allineati” e ha ribadito la necessità di una riforma delle istituzioni internazionali, come il Consiglio di Sicurezza dell’ONU e il Fondo Monetario Internazionale.

“Se la governance internazionale non riflette la nuova realtà multipolare del XXI secolo, spetta ai BRICS contribuire ad aggiornarla”, ha affermato Lula, aggiungendo che “la nostra autonomia è di nuovo sotto scacco” e criticando le guerre in Medio Oriente condotte dagli Stati Uniti.

Divisioni interne e alleanze strategiche

Nonostante il rilievo diplomatico, permangono dubbi sulla coesione interna del gruppo: le nuove adesioni includono infatti rivali regionali e potenze emergenti con interessi spesso divergenti.

La presenza di Putin solo in collegamento video (a causa del mandato di arresto della CPI), l’assenza di Xi Jinping (rappresentato dal premier) e i timori americani per un’alleanza anti-occidentale rendono il quadro ancora più complesso.

Durante i lavori, i leader BRICS hanno:

  • condannato gli attacchi israeliani a Gaza e definito “terroristico” un recente attacco nel Kashmir;
  • sostenuto l’ingresso di Iran ed Etiopia nell’OMC;
  • approvato la sperimentazione di garanzie multilaterali all’interno della Nuova Banca di Sviluppo;
  • chiesto protezioni per l’intelligenza artificiale e contro la raccolta eccessiva di dati.

Il Brasile ha colto l’occasione per rilanciare il suo impegno sul clima, anche in vista del vertice COP ONU che ospiterà a novembre. Il ministro delle Finanze Fernando Haddad ha incontrato delegazioni di Cina ed Emirati Arabi Uniti, che hanno manifestato l’intenzione di investire in una struttura per la tutela delle foreste tropicali.

Redazione