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Spesa farmaci, sforato il tetto del Fondo Sanitario Nazionale

 
Spesa farmaci, sforato il tetto del Fondo Sanitario Nazionale
Redazione

Il monitoraggio completo pubblicato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ed approvato dal Consiglio d’Amministrazione, evidenzia come la spesa per acquisti diretti ha raggiunto l’11,32% del Fondo Sanitario Nazionale (FSN), con oltre tre punti percentuali in più del limite stabilito come tetto massimo. Questo è un aumento anche rispetto al 10,53% dell’anno precedente. Quindi, con il 2024 siamo passati alla spesa di un euro su nove del FSN in acquisti diretti di farmaci.

Il comunicato del 30 luglio dell’AIFA parla chiaro: la spesa per acquisti diretti da parte delle Regioni è di 15,3 miliardi di euro, assommando al totale anche gli oltre 200 milioni spesi per gas medicinali.

Altro dato molto significativo che esprime la gravità della situazione è l’incremento della spesa farmaceutica, che è stato di 1,9 miliardi di euro, circa l’8,6% in più rispetto al 2023. È evidente che il contesto e la situazione globale, a meno di un deciso cambio di rotta, non è destinata a modificarsi.

Tra le cause da annoverare, ci sono:

  • il noto invecchiamento della popolazione, che incide notevolmente sul fabbisogno farmacologico;

  • l’aumento dei costi legati all’innovazione farmaceutica, che potremmo definire un’inflazione di settore;

  • l’inflazione generalizzata che, nonostante le politiche mirate al suo rallentamento, continua a essere presente.

Solo due Regioni, la Lombardia e la Valle d’Aosta, oltre alla Provincia autonoma di Trento, sono sotto la soglia del 10% di spesa rispetto ai fondi ad esse stanziati. L’Emilia-Romagna, l’Abruzzo e le Marche sono invece le Regioni oltre il 12%.

La spesa per la farmaceutica convenzionata ha registrato invece un avanzo di quasi 700 milioni di euro, senza considerare gli sconti delle farmacie e includendo anche i ticket, per una spesa complessiva superiore agli 8,2 miliardi.

Anche la spesa per i farmaci innovativi ha registrato un avanzo, di oltre mezzo miliardo di euro, rispetto agli 1,3 miliardi della spesa preventivata.

C’è da considerare anche che una parte della spesa, quella delle strutture private convenzionate, non è tracciata dal monitoraggio AIFA, e quindi la spesa reale è ancora superiore a quella analizzata.