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Spagna, il Women's Institute denuncia tre agenzie di maternità surrogata

 
Spagna, il Women's Institute denuncia tre agenzie di maternità surrogata

Le agenzie promuovevano servizi vietati in Spagna attraverso siti web e social media. La maternità surrogata è considerata una forma di violenza contro le donne secondo la legge sulla salute riproduttiva.

Maternità surrogata: tre agenzie denunciate in Spagna per promozione commerciale illegale

Go4Baby, Lifebridge Agency Spain SL e Bufete Agencia Estatal Subrogada Galicia sono le tre agenzie di maternità surrogata finite al centro di un’azione legale in Spagna. Il Women's Institute, ente dipendente dal Ministero per le Pari Opportunità, ha depositato denunce formali contro di loro presso tre tribunali, per aver pubblicizzato e promosso servizi vietati attraverso siti web e social media.

La notizia, riportata dall’edizione online di El País, fa riferimento a una pratica considerata illegale e lesiva dei diritti delle donne, che la legge spagnola classifica come forma di violenza nella salute sessuale e riproduttiva.

Le richieste del Women's Institute: stop immediato alla pubblicità e condanna pubblica

Nel documento legale si chiede al tribunale di:

  • Ordinare la cessazione immediata di tutte le attività promozionali legate alla maternità surrogata svolte da queste agenzie sul territorio spagnolo;
  • Vietare qualsiasi promozione futura di tali pratiche;
  • Disporre la pubblicazione della sentenza, una volta emessa, per garantire trasparenza e deterrenza.

Una pratica vietata dalla legge spagnola dal 2006

La legge spagnola del 2006 sulle tecniche di procreazione assistita ha stabilito che è nullo qualsiasi contratto con cui si accordi una gestazione in cambio della rinuncia alla maternità da parte della donna gestante.

Nel 2023, la riforma della legge sull’aborto ha fatto un ulteriore passo avanti, includendo la maternità surrogata tra le forme di violenza di genere. L’articolo 33 della nuova normativa vietata espressamente la promozione commerciale di questa pratica.

La stessa legge autorizza le amministrazioni pubbliche, incluso l’Istituto per le Donne, ad avviare azioni legali contro soggetti che pubblicizzano o promuovono la gestazione per altri, configurando ciò come violazione dei diritti umani e delle donne.

Analisi dell'OIM e contenuti online sotto accusa

La denuncia si basa anche su una relazione legale trasmessa alla Procura della Repubblica, corredata da un'analisi dell'Osservatorio dell’Immagine della Donna (OIM), che ha esaminato contenuti social, blog e siti web delle agenzie incriminate.

Tra il 29 novembre e il 31 dicembre 2024, l’Istituto ha ricevuto 334 denunce da cittadini e associazioni contro la promozione commerciale della maternità surrogata in Spagna. Le segnalazioni riguardavano 11 entità diverse, tra cui Go4Baby.

L’analisi dell’OIM evidenzia un uso intensivo di:

  • Strategie di marketing emotivo: narrazione di “casi reali”, testimonianze di clienti, storytelling familiare;
  • Pubblicità razionale ed educativa: spiegazione tecnica dei servizi, uso di linguaggio medico;
  • Contenuti digitali mirati: blog, form di contatto con raccolta dati, video su YouTube, Facebook e Instagram per costruire fiducia e coinvolgimento emotivo;
  • Marketing relazionale: linguaggio empatico e tono rassicurante per favorire identificazione con il marchio.

Un possibile collegamento con la futura legge sulla tratta

L’iniziativa giudiziaria si colloca anche nel contesto della futura legge sulla tratta, attualmente in seconda lettura al Consiglio dei Ministri spagnolo, che potrebbe inquadrare la gestazione per altri a fini commerciali come una forma di sfruttamento.

Redazione