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PERCHE’ I MERCATI ERANO “IMPAZZITI”

 
PERCHE’ I MERCATI ERANO “IMPAZZITI”

La storia della finanza è un affascinante viaggio nel tempo, un archivio di trionfi, cadute rovinose, innovazioni geniali ed errori ripetuti. Guardare indietro permette di scorgere dinamiche ricorrenti, lezioni preziose e comprendere come eventi apparentemente lontani abbiano gettato le basi per il mondo economico che conosciamo. Esploriamo solo gli ultimi anni per cercare di comprendere come, in meno di un lustro, la dinamica dei mercati è cambiata radicalmente

di Luca Lippi

L’EMERGENZA SANITARIA

Gli ultimi anni, dopo l’emergenza sanitaria, sono stati un periodo difficile per l’economia globale. Nonostante tutto i mercati finanziari hanno mostrato l’immagine del rigoglio, come è stato possibile? Con la pandemia gran parte dell’economia subisce una paralisi. Il PIL globale crolla del tre per cento in un anno. Sembra un dato di modesta entità, ma traducendolo su scala mondiale assume proporzioni molto elevate. L’economia tracolla e ci si attendono effetti coincidenti anche sui mercati finanziari. È esattamente quello che succede, ma già ad agosto del 2020 i mercati azionari globali recuperano la perdita e proseguono la loro corsa a una velocità superiore a quella precedente la pandemia. Dopo l’estate del 2020 il valore globale del mercato azionario tocca quasi i 95 mila miliardi di Dollari. Nello stesso periodo sono esplosi altri settori della finanza fino ad allora in sordina.

IL MERCATO IMMOBILIARE

Fra questi il mercato immobiliare che vede il prezzo degli immobili aumentare. Il motivo è banale ma sfugge a chi ancora ritiene con assoluta determinazione la bontà dell’investimento nel mattone. I prezzi degli immobili sono saliti perché col blocco delle costruzioni - era tutto fermo per l’emergenza sanitaria – la poca domanda rimane costante ma l’offerta di immobili è crollata. Già nel 2020 la domanda di interventi strutturali e la richiesta di case aumenta ma l’offerta di manodopera e di manufatti è dormiente e non riesce a soddisfare il mercato. I prezzi medi degli immobili – nel 2020 - sale del cinque per cento a livello globale rispetto ai prezzi del 2019, e tutto questo si traduce in guadagni importanti per chi ha investimenti nel settore immobiliare.

I MERCATI FINANZIARI NEL 2020

Sempre nel 2020 altri settori finanziari rialzano il capo. Dopo il crollo dei prezzi delle materie prime sempre causato dal lockdown, è piuttosto intuitivo che i prezzi dovessero tornare alla normalità dopo la fine dei confinamenti, tant’è che i rendimenti dei prodotti finanziari legati alle materie prime hanno procurato guadagni intorno al 34 per cento rispetto al 2019.

In estrema sintesi, nel 2020, mentre l’economia globale soffre, i mercati finanziari diventano una forma di guadagno sempre più promettente. Aumentano esponenzialmente anche gli investitori occasionali che apportano liquidità ma che poi pagheranno l’inesperienza con rovinose perdite negli anni a seguire. Di questo fenomeno hanno approfittato le piattaforme che operano con le criptovalute, catturando la curiosità e il desiderio degli “occasionali” di accumulare importanti fortune col minimo sforzo.

Stranamente, sempre nel 2020, anche il mercato obbligazionario offre buone opportunità di guadagno, ma il momento dura poco. Infatti già alla fine del 2020 i tassi di interesse delle banche centrali scendono per consentire all’economia di ripartire senza il peso di finanziarsi a costi elevati. Il 2020, è ufficialmente l’anno in cui cominciano a cambiare le dinamiche dei mercati

DEMOCRATIZZAZIONE DEGLI INVESTIMENTI

Per democratizzazione degli investimenti si intende il processo che rende l'accesso ai mercati finanziari e agli strumenti di investimento più facile, economico e disponibile per una platea sempre più ampia, andando oltre la tradizionale platea di investitori facoltosi, istituzionali o esperti.

Il volume degli investimenti aumenta in maniera mai vista prima con la crescita del pubblico cosiddetto Retail. La crescita si è tradotta in un forte aumento degli scambi e dei volumi, in particolare azioni e criptovalute che raggiungono livelli “storici”. Il volume degli scambi globali arriva a 12 miliardi di Dollari, quello delle criptovalute supera i cento miliardi di Dollari. Da babbei, si direbbe che tanta gente che investe è una manna per lo stato di salute dell’economia, in realtà non è così. I blocchi agli scambi e alla produzione del periodo pandemico hanno causato un aumento vertiginoso dei prezzi delle scarse materie prime e anche dei beni e servizi residui provocando un aumento vertiginoso dell’inflazione. Anche sui mercati finanziari i prezzi delle azioni aumentano per la crescente domanda.

INVESTITORI PICCOLI E OCCASIONALI

Un elemento chiave – chiaro a chi si occupa professionalmente della materia – è che l’aumento dei piccoli e occasionali investitori altera le logiche dei mercati finanziari. Il modo di ragionare di un piccolo investitore “fai da te” è molto diverso da quello delle grandi società di investimento. La componente emotiva è la zavorra più impattante sulla logica. In estrema sintesi, la presenza degli investitori occasionali aumenta la componente psicologica nella ratio dei mercati e quindi altera ogni percezione statistica e macroeconomica. Cambiano le dinamiche che procurano la variazione dei prezzi delle azioni e dei settori finanziari. In questo verminaio sguazza la componente mediatica che, forse, è anche peggiore dell’insipienza che pervade l’investitore occasionale.

Il valore complessivo di tutte le aziende quotate nelle Borse è di 79 mila miliardi di dollari (dato banca mondiale), grosso modo corrisponde al PIL mondiale. Le due grandezze (Pil mondiale e valore delle azioni quotate) non sono valori comparabili per identificare un dato utilizzabile, tuttavia è sufficiente per far comprendere che una grandezza necessaria per sostenere l’economia globale (il PIL) è pari alla mole di scambi nelle Borse valori e tutto questo non è normale.

LA GUERRA IN UCRAINA

Se è vero, come è vero che i prezzi di beni e servizi sono aumentati per scarsa offerta, e che le quotazioni azionarie hanno goduto di una forte domanda indipendentemente dai risultati economici ottenuti dalle aziende sottostanti alterando la logica dei mercati, ecco che si aggiunge un nuovo evento straordinario, l’invasione russa dell’Ucraina.

Nel 2022 i problemi produttivi e il riequilibrio della catena produttiva globale sono tornati alla normalità. Quest’ultima, normalizza anche l’inflazione e l’aumento dei prezzi. Lo sviluppo di progetti sull’Ai lasciano intravedere anche buone prospettive in termini di nuova crescita globale grazie a un settore apparentemente tutto da sviluppare. Un’euforia nuova che a febbraio sarà soffocata. Le sanzioni alla Russia bloccano le catene di approvvigionamento di gas e petrolio, soprattutto in Europa – cintura nera di tiro ai suoi piedi – e i prezzi energetici schizzano a livelli al limite della sostenibilità. Le azioni - con le difficoltà prevedibili per le aziende – si fermano, tuttavia i mercati, nel complesso, a fronte di una brusca frenata, restano positivi.

LA CRISI ARRIVA PRIMA DEL PREVISTO

Il 2022 sarà l’anno dei “derivati” sulle materie prime. Soprattutto su gas e petrolio. Il volume di mercato del settore cresce e l’enorme domanda degli investitori farà aumentare i prezzi delle materie con enorme anticipo sulla dinamica naturale. L’economia va in crisi più e prima del previsto.

L’aumento di gas e petrolio crea l’aumento generalizzato dei prezzi e quindi dell’inflazione. Qui entrano in azione le banche centrali che per contenere l’inflazione troppo alta devono alzare i tassi di interesse. Dunque i prestiti diventano più costosi – sia per chi vuole comprare casa o finanziare la sua attività produttiva - e quindi diventa conveniente anche sottoscrivere obbligazioni. Una enorme massa di liquidità si sposta dall’azionario verso l’obbligazionario, ma il primo resiste grazie alla forza trainante delle aziende che operano nel campo dell’intelligenza generativa. Il nuovo settore trascina il mercato azionario verso nuovi record sia nel 2023 sia nel 2024. Il valore globale del mercato azionario arriva a 200 mila miliardi di dollari, più del doppio rispetto alla fine del 2019

L’ORCHESTRINA NON SUONA PIU’

All’inizio del 2025, di colpo, tutto si ferma! Covid e guerra in Ucraina non hanno fermato la crescita, i “presunti dazi” sì, perché? L’effetto diretto dei dazi è, banalmente, di certa individuazione, sia chi li impone sia chi li contrappone non farebbe altro che creare grosse problematiche alle catene produttive e aumentare i costi di produzione e vendita quasi al limite delle più ragionevoli logiche di convenienza. Anche in questo caso i media hanno avuto la loro enorme responsabilità che è anche maggiore della responsabilità di chi concede loro l’inutile beneficio della credibilità e indipendenza ideologica.

Il clima di incertezza creato ha un effetto devastante sui mercati finanziari, soprattutto gli occasionali abbandonano le posizioni con la coda fra le gambe e le tasche vuote. Incertezza e improvvisa mancanza di tanta liquidità ha creato uno shock da annoverare tra le stravaganti dinamiche dei mercati degli ultimi cinque anni.

LE DINAMICHE ALL'INTERNO DEI MERCATI SONO CAMBIATE

Tutto questo susseguirsi di shock ha sicuramente cambiato de dinamiche all’interno dei mercati che, probabilmente, non torneranno a veleggiare come è sempre stato. Scacciata malamente, come è sempre stato, la componente emotiva inquinante insita nel Retail non supportato, i mercati stanno progressivamente tornando a cercare l’equilibrio, probabilmente sarà un nuovo equilibrio ma basterà cambiare gli indicatori per ritrovare la via. Non esistono disastri o rovine globali, non si perde tutti, non si muore tutti, non ci si indebita tutti e non si guadagna tutti, soprattutto no esistono guerre che cancellano l’umanità, ogni cosa, nel tempo, torna alla normalità in un mondo dove, da sempre, tutto cambia per non cambiare niente.