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Da eroi a vittime: condannato per violenza sessuale il padre dei bambini sopravvissuti ad incidente aereo

 
Da eroi a vittime: condannato per violenza sessuale il padre dei bambini sopravvissuti ad incidente aereo
Redazione

La loro storia, che ha avuto dell'incredibile, commosse il mondo: quattro fratellini (all'epoca avevano 13, 9, 4 e meno di un anno), usciti vivi da un incidente aereo, riuscirono a sopravvivere per 40 giorni in una giungla colombiana, prima di essere trovati e soccorsi.

Da eroi a vittime: condannato per violenza sessuale il padre dei bambini sopravvissuti ad incidente aereo

Portati in una struttura sanitaria (vi restarono per 34 giorni) per essere curati ed assistiti per fare metabolizzare il dramma che avevano vissuto, agli psicologi che li assistevano hanno raccontato un altro dramma, una violenza sessuale patita da una loro sorellina ad opera del padre Manuel Ranoque che ora è stato condannato a 32 anni di reclusione da un tribunale colombiano.

Attraverso una dichiarazione rilasciata dalla Procura di Florencia (nel dipartimento di Caquetá), le autorità hanno riferito che Ranoque avrebbe commesso i fatti per i quali è stato condannato in una riserva indigena situata a Puerto Sábalo.

Secondo l'accusa, tra il 2020 e il 2023, il condannato ha aggredito sessualmente la figliastra, che è la maggiore dei figli, e l'ha intimidita affinché non rivelasse cosa stava succedendo. "A quanto pare, il presunto aggressore ha colto l'occasione per molestarla e violare la sua integrità quando la minore era solo con lui", si legge nell'atto d'accusa dell'Ufficio del Procuratore.

Inoltre, secondo la Procura, dopo che la ragazzina è stata salvata nella giungla di Guaviare nel giugno 2023, ed è stata messa a disposizione dell'Istituto colombiano per il benessere della famiglia (ICBF) insieme ai suoi fratelli, si sapeva già che per quasi tre anni la minore ha subito diverse umiliazioni e abusi.

Dopo l'accaduto, i minori sono stati assistiti da un'équipe di psicologi, nutrizionisti, assistenti sociali e pedagogisti che hanno lavorato per garantire il loro recupero fisico, emotivo e spirituale. Lesly, Soleiny, Tien e Cristin – i quattro fratelli – sono tornati dalla loro famiglia dopo il lungo intervento dell'ICBF.

L'incidente aereo avvenne il primo maggio del 2023 e ebbe un grande impatto in tutta la Colombia, non solo per il bilancio delle vittime, ma anche per l'incertezza lasciata dalla scomparsa dei minori, non trovati dai soccorritori accanto agli altri cadaveri.

Il pilota dell'aereo, un monomotore, aveva lanciato un allerta radio, 35 minuti dopo il decollo, dicendo che aveva problemi al motore, prima che le comunicazioni con la torre di controllo si interrompessero all'improvviso.

Sull'aereo viaggiavano sette persone: oltre ai quattro fratellini, c'erano la loro madre, Magdalena Mucutuy, il pilota e un capo indigeno. La donna con i figli stava fuggendo dal suo villaggio, caduto in mano ad un gruppo di criminali, per raggiungere Bogotà.

I tre adulti morirono nell'impatto, mentre dei minori, che si trovano tutti nella parte posteriore dell'aereo, non fu trovata traccia. Per cercare di trovarli fu attivata la macchina dei soccorsi, nel quale furono coinvolti 150 soldati e 200 volontari delle comunità indigene.

Il 9 giugno 2023, dopo 40 giorni di ricerche e ritrovamenti di segni come pannolini, biberon e impronte, furono trovati vivi, sebbene in precarie condizioni di salute. Per oltre un mese i fratelli vissero di semi, radici e piante che potevano identificare come commestibili, nutrendosi anche della farina che l'aereo stava trasportando.

Per proteggersi dai numerosi predatori della giungla, i bambini si nascondevano nei tronchi degli alberi, soprattutto quando sentivano cani abbaiare, e non capendo che si trattava di quelli dei soccorritori.
E' stato probabilmente per questo che i soccorritori hanno impiegato così tanto tempo per trovarli.

Alla fine fecero amicizia con uno di quei cani da salvataggio militari che abbaiavano, un pastore belga di nome Wilson. Quando furono salvati, l'ICBF mise la lente d'ingrandimento sulle loro condizioni, apprendendo che erano stati vittime di maltrattamenti e abusi da parte del padre.

"Apprezziamo profondamente la fiducia della sua famiglia, il sostegno delle comunità indigene e l'articolazione interistituzionale che ha reso possibile questa riunione. Questa storia è una testimonianza vivente della resilienza, del valore della vita e del potere di lavorare insieme quando si è guidati dall'amore per l'infanzia. Perché, alla fine, ogni bambino ha il diritto di crescere in una famiglia che lo abbraccia, lo cura e lo protegge", concluse all'epoca Family Welfare, i servizi sociali nazionali.
La loro storia è stata raccontata in un documentario di Netflix, ''The Lost Children''.