Il candidato democratico punta sull’infanzia: asili nido gratuiti, sostegno ai neo-genitori e infrastrutture scolastiche più sicure. La proposta da 12 miliardi potrebbe rivoluzionare la città.
Zohran Mamdani, vincitore delle primarie democratiche per la corsa a sindaco di New York, rilancia con forza la sua visione di una città più giusta e accessibile per tutti: assistenza all’infanzia gratuita per tutti i bambini a partire dalle sei settimane di età. Una proposta che punta a colmare un divario sociale sempre più ampio e che potrebbe trasformare radicalmente il volto della metropoli americana.
Il trentatreenne, di origine ugandese e indiana, cresciuto nel Queens e figlio di due docenti universitari immigrati, ha conquistato l’attenzione degli elettori con un programma fortemente orientato al sociale. Si definisce “socialista” – termine che negli Stati Uniti ha una connotazione più sociale che ideologica – e propone una serie di interventi strutturali a favore delle famiglie, soprattutto quelle a basso reddito.
Un piano completo per l’infanzia
Il cuore della proposta è l’istituzione di un servizio di assistenza all’infanzia universale e gratuito, finanziato tramite un aumento della tassazione sulle imprese e sui cittadini più ricchi. Ma il progetto va oltre. Prevede anche:
- Cestini per neonati gratuiti con latte artificiale e prodotti post-partum per le famiglie appena diventate genitori;
- Supporto per la salute mentale nelle scuole, attraverso nuove infrastrutture e personale specializzato;
- Interventi urbanistici per rendere più sicure le zone scolastiche, come la chiusura di strade ad alto traffico vicino agli istituti.
«Abbiamo vinto perché i newyorkesi si sono battuti per una città che possono permettersi. Una città dove possono fare di più che lottare... dove l’assistenza all’infanzia non costa più dell’università», ha dichiarato Mamdani nel suo discorso di vittoria.
Un’emergenza economica e sociale
I dati forniti dall’ufficio del revisore dei conti di New York City dipingono un quadro drammatico: il costo medio annuale per l’assistenza domiciliare a un bambino si aggira intorno ai 26.000 dollari. Per potersi permettere un asilo nido per un bambino di due anni, una famiglia dovrebbe guadagnare oltre 330.000 dollari all’anno. Numeri fuori portata per la stragrande maggioranza delle famiglie.
Molti genitori, per far fronte a questi costi, sono costretti a prosciugare i propri risparmi, contrarre debiti o attingere al fondo pensione. In molti casi, le famiglie rinunciano ad avere più figli o rimandano la genitorialità, con conseguenze evidenti anche sul piano demografico.
Impatto immediato e a lungo termine
Secondo gli esperti, se Mamdani dovesse vincere le elezioni a novembre e realizzare il suo piano, gli effetti sarebbero significativi fin da subito. Le famiglie vedrebbero aumentare la propria sicurezza finanziaria, con migliaia di dollari risparmiati ogni mese. Gli operatori degli asili nido, spesso sottopagati, riceverebbero stipendi allineati a quelli degli insegnanti delle scuole pubbliche.
Ma il cambiamento riguarderebbe anche la struttura sociale della città. Più genitori – soprattutto donne – potrebbero rimanere nel mercato del lavoro, riducendo le disuguaglianze economiche e migliorando la coesione delle comunità urbane. Inoltre, una città più accessibile e sostenibile attrarrebbe e manterrebbe residenti di diversa provenienza e fascia di reddito.
Una sfida da 12 miliardi
Il costo stimato del piano è 12 miliardi di dollari l’anno, a fronte di un bilancio cittadino complessivo di 116 miliardi. Tuttavia, gli studi mostrano che la mancanza di un sistema pubblico di assistenza all’infanzia costa già alla città oltre 23 miliardi di dollari ogni anno in termini di mancati guadagni fiscali, assenze dal lavoro e riduzione della produttività.
New York, che in passato ha già avviato progetti pionieristici come la scuola materna universale per bambini di 3 e 4 anni, potrebbe dunque guidare ancora una volta una rivoluzione del welfare urbano.
Se eletto, Zohran Mamdani potrebbe diventare il primo sindaco newyorkese a fare dell’assistenza all’infanzia gratuita un diritto universale, rispondendo a una domanda crescente emersa con forza soprattutto dopo la pandemia. Una proposta che punta non solo a sostenere i genitori, ma a ridisegnare il futuro stesso della città.
Redazione