Questa settimana gli investitori tratterranno il fiato. I mercati si trovano a un crocevia decisivo, stretti tra tre eventi capaci di scuotere le borse globali. Sul tavolo ci sono la diplomazia internazionale, le scelte della banca centrale più potente del mondo e la salute finanziaria delle aziende che hanno trainato l'economia negli ultimi anni. Analizziamo punto per punto cosa sta per accadere e perché è così importante.
La tregua sui dazi
Immaginate un campo da golf in Scozia. Mentre l'attenzione potrebbe cadere sulla partita, nelle sale del resort si gioca una sfida molto più importante: quella tra Donald Trump e Ursula von der Leyen per porre fine alla guerra dei dazi tra Stati Uniti e Unione Europea.
Perché questo incontro è più cruciale di altri? Perché la relazione tra USA e UE è diversa da quella, ad esempio, con la Cina. La trattativa con Pechino è un confronto tra rivali che si percepiscono distanti. Quella tra Washington e Bruxelles, invece, è come una faida in famiglia. Si condividono valori, storia e alleanze, e proprio per questo i colpi bassi (come i dazi) fanno più male e lasciano ferite più profonde.
Mettere la parola fine a questa disputa non è solo una questione commerciale. Sebbene un'intesa di base sui dazi al 15 per cento fosse data per scontata, il vero lavoro consiste nel definire dei confini chiari, delle regole del gioco per evitare di danneggiarsi a vicenda in futuro. Un accordo sarebbe un segnale potentissimo: la prova che le due più grandi economie occidentali possono ancora negoziare e collaborare, un'iniezione di fiducia per il mondo intero.
I tassi valgono meno delle parole
Mercoledì l'attenzione si sposterà a Washington, dove la Federal Reserve (la banca centrale americana) annuncerà la sua decisione sui tassi d'interesse. Ma attenzione: la notizia non sarà la decisione in sé, che tutti si aspettano essere un nulla di fatto. I tassi, molto probabilmente, resteranno invariati. La vera partita si giocherà su due fronti: Il voto interno soprattutto. La decisione sarà unanime? Se sì, la leadership del presidente Jerome Powell ne uscirà rafforzata. Se invece ci fossero voti contrari, significherebbe che all'interno della Fed c'è una "fronda", una spaccatura che creerebbe incertezza. La conferenza stampa sarà il momento più caldo. Powell sarà bombardato di domande sul suo rapporto tesissimo con Trump. Le sue parole, il suo tono e le sue risposte saranno analizzate al microscopio e potranno muovere i mercati più della decisione stessa.
Le scelte future della Fed, inoltre, sono legate a doppio filo agli altri eventi della settimana. Un buon accordo sui dazi, ad esempio, potrebbe ridurre le pressioni sull'inflazione e dare alla Fed il margine per tagliare i tassi nei prossimi mesi, come chiede insistentemente l'amministrazione Trump. Allo stesso modo, i dati sull'occupazione di venerdì saranno decisivi.
Sullo sfondo, rimane l'ombra del gigantesco debito pubblico americano. Con miliardi di dollari da finanziare, mantenere i tassi sotto controllo è una necessità vitale. Il lento ma costante indebolimento del dollaro è già un sintomo di questa enorme pressione.
Giganti Tech sotto esame
Se la Fed e i dazi disegnano lo scenario macroeconomico, la salute dei mercati si misura sui bilanci delle sue aziende più importanti. Dopo Google e Tesla, questa settimana tocca ai veri titani: Microsoft, Amazon, Apple e Meta. Le loro trimestrali sono il test definitivo. Wall Street ha raggiunto valutazioni altissime perché gli investitori scommettono che questi colossi continueranno a crescere senza sosta. Ora è il momento della verità. Due sono le aziende più attese al varco: Apple, osservata speciale. Il titolo mostra nervosismo, schiacciato tra le pressioni di Trump per produrre di più in America e la sua necessità di guardare all'India, e un percepito ritardo nella corsa all'intelligenza artificiale. I conti dovranno essere molto solidi per scacciare i dubbi. Meta, che ha lanciato una faraonica campagna acquisti di talenti nell'AI, simile a quella dei grandi club calcistici per assicurarsi i campioni migliori. Ma gli investimenti da soli non bastano.
Il mercato ora vuole vedere i profitti e, soprattutto, previsioni ottimistiche per il futuro (guidance). In sintesi, dazi, tassi e utili non sono tre storie separate, ma i capitoli interconnessi di un unico racconto che si scrive questa settimana. Il risultato determinerà la direzione dei mercati per i prossimi mesi.