È morta a 101 anni Joan Anderson, la donna che – senza alcun riconoscimento ufficiale – può essere considerata la vera inventrice dell’hula hoop, l’iconico cerchio colorato che, negli anni ’50, conquistò gli Stati Uniti e poi il mondo intero.
Una rivoluzione culturale e popolare, nata quasi per caso ma destinata a diventare uno dei più grandi fenomeni di costume del XX secolo.
La scoperta del cerchio che ricorda la danza hula
Nata a Sydney nel dicembre del 1923, Joan si trasferì negli Stati Uniti nel 1946, stabilendosi a Hollywood, dove intraprese la carriera artistica. Fu però durante un viaggio di ritorno in Australia, nel 1957, che avvenne la scintilla: vide una donna giocare con un cerchio di bambù, e ne fu folgorata. Disse a un'amica che il movimento del corpo le ricordava la danza hawaiana hula.
Una volta tornata negli Stati Uniti, parlò della sua "scoperta" con il marito e insieme si fecero spedire dall’Australia uno di quei cerchi. Lo mostrarono ad Arthur "Spud" Melin, produttore di giocattoli, che intuì il potenziale dell’idea. Nasceva così il futuro hula hoop.
Una stretta di mano e... nessun riconoscimento
La scena della presentazione fu tanto artigianale quanto iconica. "Non siamo mai andati nel suo ufficio, eravamo fuori dal suo edificio", ha raccontato Joan. "Gli abbiamo detto che lo avevamo chiamato hula hoop, e lui pensò che fosse un ottimo nome".
Melin, entusiasta, siglò l'accordo con una stretta di mano da gentiluomo. Ma quel gesto non portò ad alcun contratto formale. Melin e il socio Richard Knerr brevettarono il cerchio nel 1958 e lo lanciarono l’anno successivo: il giocattolo divenne un successo commerciale senza precedenti, con milioni di esemplari venduti nei primi due mesi.
La beffa legale: solo 6.000 dollari per la creatrice
Joan Anderson e suo marito vennero completamente ignorati. “Quando non sai molto di affari, ti fidi di qualcuno. Speravo solo che facessero la cosa giusta, ma non l'hanno fatto", dichiarò amaramente.
Alcuni articoli parlarono vagamente di un "amico australiano" che avrebbe suggerito il cerchio a Melin. "Penso che questo mi abbia infastidito più di ogni altra cosa", spiegò Joan. Nel 1961 arrivarono a un accordo legale, ma – detratte le spese legali – ottennero appena 6.000 dollari.
"La vita non è giusta, ma va avanti. A volte vinci, a volte perdi", concluse con filosofia.
Da Hollywood a Marilyn Monroe
Dopo il trasferimento in America, Joan lavorò come modella per la Blue Book Agency all’Ambassador Hotel. È lì che, secondo la sua biografia, incontrò una giovane Marilyn Monroe, che all’epoca si faceva ancora chiamare Norma Dougherty.