Una sala di Terapia intensiva neonatale trasformata in sala operatoria per salvare una bimba di appena 750 grammi. È accaduto a Milano, dove la piccola, venuta alla luce prematuramente alla 24ª settimana di gestazione, presentava un dotto di Botallo ancora aperto, condizione frequente nei grandi prematuri che può compromettere la crescita e causare danni irreversibili a cuore e polmoni. Per salvarla, i cardiochirurghi del Policlinico San Donato si sono spostati nella Tin dell’Ospedale San Raffaele, evitando il trasferimento della neonata. L’intervento, eseguito con tecnica mininvasiva, ha permesso di chiudere il dotto con una clip metallica in titanio o acciaio inossidabile, bloccando immediatamente il passaggio di sangue. Nel tempo, il dotto si cicatrizzerà e si atrofizzerà.
Il dotto di Botallo e le complicazioni nei prematuri
Il dotto di Botallo è un piccolo vaso sanguigno che, durante la vita fetale, collega l’arteria polmonare all’aorta, consentendo al sangue di bypassare i polmoni ancora inattivi. Dopo la nascita, questo canale dovrebbe chiudersi spontaneamente. Nei nati prematuri, però, spesso resta aperto, causando un eccesso di sangue nei polmoni immaturi, con il rischio di compromettere la funzione respiratoria e la crescita. La terapia farmacologica rappresenta il primo passo, ma nei casi più gravi o refrattari, come quello di questa “bimba piuma”, è necessario un intervento chirurgico salvavita.
“Un gesto tecnico in sé rapido - ha spiegato Alessandro Giamberti, direttore dell’Unità di Cardiochirurgia pediatrica e dei congeniti adulti dell’Irccs Policlinico San Donato - ma reso complesso dal peso e dalla fragilità della piccola paziente. La buona riuscita dell’operazione consentirà alla neonata di avere ancora un futuro. Un risultato reso possibile non solo dal lavoro di noi chirurghi, che siamo solo una parte, forse la più evidente, di un’équipe multidisciplinare ben più ampia, composta da cardiochirurghi, neonatologi, anestesisti e ginecologi”.
La sinergia tra San Donato e San Raffaele
Secondo il Gruppo San Donato, l’intervento è il risultato di una collaborazione sempre più stretta tra due centri di eccellenza riconosciuti a livello internazionale. Negli ultimi mesi, le équipe di Cardiologia e Cardiochirurgia del Policlinico San Donato hanno avviato percorsi integrati con la Ginecologia, Ostetricia e Neonatologia del San Raffaele, seguendo madri e bambini dalla diagnosi prenatale di cardiopatie congenite al parto, fino alla cura postnatale.