Uno studio presentato all’ENDO 2025 mostra che anche senza fame, osservare chi mangia può attivare il sistema di ricompensa cerebrale. Un effetto mediato dalla dopamina.
Di Sofia Diletta Rodinò
Guardare gli altri mangiare può spingerci a farlo anche senza fame: lo dice la scienza
Un nuovo studio presentato all’ENDO 2025, il congresso annuale della Endocrine Society a San Francisco, rivela che osservare altre persone mentre mangiano cibi appetitosi può indurre un consumo eccessivo di alimenti anche in assenza di fame. Il fenomeno, testato in laboratorio su modello animale, coinvolge il sistema di ricompensa cerebrale, aprendo la strada a nuove terapie contro l’iperfagia.
«Questo modello animale permette di sviluppare potenziali trattamenti mirati al sistema di ricompensa cerebrale per aiutare a controllare l’eccesso di alimentazione», ha spiegato Yong Xu, Ph.D., M.D., professore e direttore associato per le Scienze di Base presso il Children’s Nutrition Research Center (CNRC) del Baylor College of Medicine di Houston, Texas.
«Supporta inoltre le strategie di salute pubblica che puntano a limitare l’influenza dei segnali visivi legati al cibo, per aiutare le persone a gestire meglio peso e abitudini alimentari».
Il ruolo degli stimoli visivi e della dopamina
Lo studio è stato guidato da Xu Xu, M.D., specializzando in endocrinologia pediatrica al Texas Children’s Hospital, e da Hesong Liu, Ph.D., ex ricercatore post-doc al CNRC e oggi professore associato di Neuroscienze e Fisiologia alla Upstate Medical University di Syracuse.
Nel corso dell’esperimento, 14 topi sono stati divisi in due gruppi e accoppiati in modo da potersi osservare visivamente ma non fisicamente. I topi sazi, esposti alla vista dei loro coetanei affamati intenti a mangiare, non hanno aumentato l’assunzione di cibo standard o grasso, ma hanno mostrato un consumo significativamente maggiore di dieta zuccherina, in particolare nella prima ora del test.
Per verificare il ruolo della dopamina, i ricercatori hanno somministrato ad alcuni animali inibitori dei recettori dopaminergici D1 e D2: il comportamento iperfagico si è drasticamente ridotto, confermando che la motivazione al consumo alimentare non è dettata solo dalla fame fisiologica, ma anche dalla stimolazione neurale provocata da segnali ambientali.
“Il cervello ci spinge a mangiare anche se non ne abbiamo bisogno”
«Il nostro studio dimostra che guardare un altro individuo mangiare, soprattutto cibo appetitoso, può stimolare l’assunzione di cibo anche senza fame», ha commentato Xu.
«Abbiamo inoltre identificato un meccanismo cerebrale specifico, legato alla segnalazione dopaminergica, che spiega questo comportamento».
Implicazioni cliniche e strategie di prevenzione
Secondo i ricercatori, questi risultati sono di particolare rilevanza per la prevenzione dell’obesità e dei disturbi alimentari. In un contesto dominato da immagini di cibo su social media, pubblicità e vita sociale, la semplice esposizione visiva a persone che mangiano può rappresentare uno stimolo sufficiente per indurre l’appetito in modo non fisiologico.
La ricerca suggerisce inoltre nuove prospettive per terapie farmacologiche o comportamentali mirate a regolare il sistema dopaminergico, ma anche per interventi di salute pubblica volti a ridurre l’impatto degli stimoli visivi e sociali sul comportamento alimentare.
Lo studio apre una riflessione importante su come il nostro cervello risponda agli stimoli legati al cibo, anche quando non ne abbiamo bisogno. Comprendere questi meccanismi può aiutare a sviluppare strategie più efficaci contro l’iperfagia e promuovere una relazione più consapevole con il cibo, in un mondo sempre più saturo di immagini appetitose.