Cosa accade nel mondo
Molti di noi hanno la sensazione che il mondo stia cambiando troppo in fretta e che sia impossibile prevedere cosa accadrà domani. Questa sensazione di incertezza è reale, ma è anche esagerata dalla nostra immaginazione. Siamo esseri umani, e tendiamo a preoccuparci molto per il futuro.
Tuttavia, se guardiamo alla storia, ci rendiamo conto di essere fortunati. Pensiamo all'Italia del 1944: in piena guerra mondiale e civile, con distruzione ovunque, le donne italiane misero al mondo oltre un milione di bambini. Oggi, in un'epoca di pace e benessere, nel nostro Paese nascono molti meno figli. Questo ci fa capire che la percezione dell'incertezza dipende molto dal nostro atteggiamento e dal nostro coraggio, più che dalle condizioni reali.
L'illusione dell’Occidente e la realtà di oggi
Le generazioni passate, come quelle dei nostri nonni, avrebbero fatto carte false per vivere nel nostro tempo. Noi, invece, sembriamo spesso spaventati e confusi. Perché? Perché per decenni abbiamo creduto a una favola: l'idea che la storia fosse “finita”.
Pensavamo che tutti nel mondo volessero diventare come noi occidentali: parlare inglese – quello parlato a Milano è addirittura ridicolo, quasi un voler perculare –, guardare serie TV americane e, soprattutto, credere che l'economia fosse la cosa più importante di tutte. Molti lo credono ancora.
Ma stiamo scoprendo che non è così. Il mondo è cambiato. Gli Stati Uniti sono ancora la nazione più potente, ma non sono più i padroni incontrastati. Cina e Russia sfidano il loro dominio, anche se lontane dal colmare il gap.
L'errore dell’Occidente è stato pensare che gli altri ci amassero per i nostri valori. In realtà, spesso questi valori sono stati imposti con la forza. Se capissimo questo, saremmo meno sorpresi da ciò che sta accadendo.
Gli Stati Uniti: un impero stanco
Abbiamo idealizzato gli USA, immaginandoli come i “buoni” delle serie TV. In verità, sono un impero in difficoltà. Per questo, iniziano a chiedere più aiuto agli alleati.
Spesso accusiamo Donald Trump, ma il presidente americano ha poteri limitati. I dazi imposti non sono decisioni autocratiche, ma risultato di escamotage legali.
Capire la natura istituzionale degli USA ci aiuta a leggere meglio le loro mosse geopolitiche.
Dazi: un messaggio all’Europa, un’arma contro la Cina
Esistono due tipi di dazi imposti dagli Stati Uniti:
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Dazi contro l’Europa: più che un attacco economico, sono un messaggio politico. Gli USA dicono: “Avete vissuto sotto il nostro ombrello militare, ora pagate la vostra quota.”
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Dazi contro la Cina: sono invece una vera arma strategica. L'obiettivo è indebolire l’export cinese, che finanzia esercito, innovazione e stabilità interna.
La globalizzazione non è finita: cambia volto
Molti sostengono che la globalizzazione stia finendo. In realtà, sta mutando forma. La versione che conosciamo – un mondo senza barriere – non è mai esistita. La vera globalizzazione si basa sul controllo delle rotte marittime, che trasportano oltre il 93% delle merci globali.
Chi controlla gli stretti e i canali (Suez, Gibilterra, Panama, Malacca) controlla il commercio globale. Le recenti mosse USA nel Mar Rosso o verso la Groenlandia mostrano una strategia precisa: blindare le autostrade del mare.
La strategia americana: tre mosse chiave
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Separare Russia e Cina
La guerra in Ucraina ha unito Mosca e Pechino. Gli USA vogliono “congelare” il conflitto per offrire alla Russia un’uscita e indebolire l’asse sino-russo.
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Indebolire economicamente la Cina
Colpendo le esportazioni, si mira a chiudere il rubinetto che alimenta la crescita cinese.
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Chiedere più contributi agli alleati
Mentre gli USA si concentrano sulla Cina, chiedono a Europa e partner NATO di contribuire maggiormente alla sicurezza globale.
Taiwan: il punto più critico del pianeta
Molti credono che Taiwan sia importante solo per i semiconduttori. Ma la vera questione è la sua posizione geografica.
Chi controlla Taiwan, controlla una rotta strategica e minaccia direttamente la costa cinese.
Proteggendo Taiwan, gli Stati Uniti mantengono un avamposto militare davanti a Pechino.
Capire per non temere
Il mondo non sta impazzendo: segue una logica chiara, seppur spietata.
Gli USA vogliono mantenere la supremazia, separando Russia e Cina, colpendo Pechino e dividendo i costi con gli alleati.
Non è la fine della globalizzazione, ma il suo riassetto geopolitico. Capirlo aiuta a prepararsi e agire, piuttosto che temere.