Il 79% dei dipendenti promuove la propria azienda: un esempio concreto di come il welfare familiare può rilanciare l’economia e combattere il calo demografico
In un’Italia alle prese con un drastico calo della natalità – nel 2024 si è toccato il minimo storico di 370.000 nascite – emerge con forza il ruolo strategico delle imprese nel promuovere il benessere familiare e contrastare l’inverno demografico. È questo il messaggio chiave che arriva da Rete Adamo, l’alleanza interaziendale nata nel 2023 su iniziativa di Plasmon (Kraft Heinz), Chicco (Artsana Group) ed Edenred Italia, e oggi al centro di una survey che dimostra, con numeri concreti, l’efficacia delle politiche aziendali a sostegno della genitorialità.
Durante l’evento tenutosi presso la sede milanese di Edenred Italia, è stato presentato il sondaggio “Genitorialità e welfare: la chiave per il futuro delle imprese e della società”, condotto su 705 dipendenti, di cui il 54% genitori e il 46% non genitori, prevalentemente nella fascia 25-45 anni. I risultati parlano chiaro: il 79% degli intervistati consiglierebbe la propria azienda come luogo di lavoro, una percentuale quasi doppia rispetto alla media nazionale del 43% (fonte: Great Place to Work 2025).
Genitorialità come leva strategica per la crescita
La Rete Adamo adotta un approccio innovativo: considerare la genitorialità non come un ostacolo alla produttività, ma come un valore aziendale in grado di aumentare il benessere, la fidelizzazione e l’efficienza dei lavoratori. La rete promuove tavoli di lavoro, scambi di buone pratiche, survey periodiche e strumenti di monitoraggio per generare dati utili anche per le istituzioni. Tra i risultati più significativi, spicca il fatto che l’80% dei lavoratori ritiene che le misure a sostegno della genitorialità favoriscano la pianificazione familiare. Questo dato è condiviso sia dai genitori sia da chi non lo è, a conferma che il benessere familiare è percepito come un valore collettivo. Inoltre, il supporto alla genitorialità è valutato con un punteggio medio di 7,7 su 10, mentre l’80% dei dipendenti dichiara che sapere di lavorare in un’azienda “family friendly” aumenta il senso di appartenenza.
Le priorità: flessibilità e stabilità economica
Gli intervistati individuano due fattori fondamentali per poter progettare un futuro familiare: flessibilità lavorativa (86,4%) e riduzione dell’impatto economico della genitorialità (74,68%). Analogamente, le richieste rivolte alle istituzioni sono: maggiore conciliazione tra lavoro e vita privata (86,49%), più stabilità economica (85,49%). Queste esigenze delineano un quadro chiaro: flessibilità e sicurezza economica sono pilastri imprescindibili per sostenere le famiglie e favorire la natalità. E le aziende della Rete Adamo stanno dimostrando che agire in questa direzione produce risultati tangibili:
- +2% nel tasso di natalità nelle aziende aderenti
- -4% nelle dimissioni volontarie post maternità/paternità
- 78% dei lavoratori ritiene di essere più efficiente grazie al modello flessibile adottato
La natalità non è solo una questione demografica, ma anche strategica per il Paese
“I numeri che emergono sono chiari – dichiara Corrado Colombo, portavoce di Rete Adamo e Commercial Vice President Artsana Group, Chicco – quando si attivano politiche a sostegno della genitorialità, le persone tendono a rimanere, a lavorare meglio e a raccomandare il proprio ambiente di lavoro. Questo dimostra che la natalità non è solo una questione demografica, ma anche strategica per la competitività del Paese. Lavorare in rete tra aziende, condividendo dati, metriche e best practice, può fare la differenza – continua – quello che emerge dalla nostra esperienza è che una sinergia tra pubblico e privato è possibile.”
Gigi De Palo, Presidente Fondazione Natalità e Direttore Generale Fondazione Angelini, ha sottolineato: “L’Italia è il Paese in cui si parla di più di famiglia, ma si fanno meno politiche familiari rispetto al resto d’Europa. Il desiderio di genitorialità esiste – lo dimostrano i dati Istat: il 70% dei giovani vuole avere figli, l’80% ne desidera due o tre – ma si scontra con una realtà molto complicata. Il tema della natalità riguarda tutti noi e sarà al centro dell’agenda politica per almeno le prossime quattro o cinque legislature. Dobbiamo tornare ad ascoltare le esigenze del paese reale, le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori.”
L'invecchiamento della popolazione è una realtà con cui dobbiamo fare i conti
Per Alessandro Fontana, Direttore Centro Studi di Confindustria, la questione demografica è cruciale: “L’invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite mettono a rischio la competitività delle imprese e la sostenibilità del welfare. Le imprese stanno già facendo la loro parte – il 60% delle aziende associate a Confindustria offre previdenza complementare e assistenza sanitaria integrativa – ma serve di più: aumentare l’occupazione giovanile e femminile, investire nella formazione continua, attrarre e trattenere talenti dall’estero. Rimbocchiamoci le maniche: non esiste la bacchetta magica, servono tante azioni da avviare subito.”
Le imprese hanno un ruolo centrale nel futuro demografico del Paese
Le esperienze raccontate dalle aziende della Rete Adamo dimostrano che politiche aziendali strutturate, integrate e continuative possono realmente fare la differenza. Il sostegno concreto ai genitori migliora la qualità della vita, riduce l’abbandono del lavoro post-nascita e offre un contributo concreto per invertire la rotta del declino demografico. Collaborare tra imprese e istituzioni pubbliche è oggi una necessità strategica, per costruire politiche efficaci e realmente rispondenti alle esigenze delle famiglie italiane.
Redazione