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I bambini di minoranze etniche o disagiati muoiono di più dopo i ricoveri in terapia intensiva

 
I bambini di minoranze etniche o disagiati muoiono di più dopo i ricoveri in terapia intensiva

Uno studio dell’Imperial College di Londra rivela gravi disuguaglianze negli esiti sanitari tra i piccoli pazienti ricoverati in PICU

Sono destinate ad alimentare il già acceso dibattito sulle prestazioni del sistema sanitario pubblico britannico le conclusioni di un ampio studio che evidenzia come i bambini appartenenti a minoranze etniche e a contesti socio-economici svantaggiati abbiano maggiori probabilità di morire dopo il ricovero in un’unità di terapia intensiva pediatrica (PICU) nel Regno Unito.

La ricerca, condotta da un team dell’Imperial College di Londra e pubblicata sulla rivista scientifica Lancet Child & Adolescent Health, ha analizzato 14 anni di dati – dal 2008 al 2021 – relativi a oltre 160.000 bambini gravemente malati di età pari o inferiore ai 15 anni, raccolti nell’ambito dell’Healthcare Quality Improvement Partnership.

Più rischio di morte, degenze più lunghe e ricoveri ripetuti

Secondo lo studio, i bambini di origine asiatica avevano un rischio di morte del 52% più alto rispetto ai coetanei bianchi dopo il ricovero in PICU. Il loro tasso di mortalità era di 1.336 decessi ogni 26.022 ricoveri, contro i 4.960 decessi ogni 154.041 ricoveri tra i bambini bianchi, che registravano il tasso più basso.

Anche il fattore povertà incide pesantemente. I bambini che vivono in aree con alti livelli di povertà infantile hanno un 13% in più di probabilità di morire in terapia intensiva rispetto ai loro coetanei provenienti da contesti più agiati, con 2.432 decessi ogni 58.110 ricoveri.

Inoltre, i bambini appartenenti a minoranze etniche tendono a rimanere più a lungo in terapia intensiva, con una degenza media di 66 ore, rispetto alle 52 ore dei bambini bianchi. Hanno anche una probabilità maggiore del 9% di essere ricoverati nuovamente in PICU entro 60 giorni dalla dimissione, contro un tasso di 6,8% tra i bianchi.

Le cause: discriminazione, barriere linguistiche e difficoltà di accesso alle cure

Le ragioni alla base di queste disuguaglianze, spiegano i ricercatori, sono complesse e multifattoriali. Tra i fattori strutturali segnalati figurano la discriminazione sistemica, le barriere linguistiche, una maggiore incidenza di patologie complesse tra alcune minoranze e, nel caso dei bambini poveri, una ridotta possibilità di accedere a cure tempestive a causa delle difficoltà nel contattare il medico di base o il pronto soccorso.

I dati mettono in evidenza come le disuguaglianze sanitarie siano radicate anche nel trattamento ospedaliero intensivo dei minori e sollevano interrogativi urgenti sull’equità del National Health Service (NHS).

Redazione