• La piattaforma di wealth planning
  • Non è solo un pacco, è la soluzione giusta
  • banner italpress 720x90

Emicrania: in Spagna è la prima causa di disabilità per le donne sotto i 50 anni

 
Emicrania: in Spagna è la prima causa di disabilità per le donne sotto i 50 anni

Lanciata la Fondazione Spagnola per le Cefalee (FECEF) per rompere il silenzio su una patologia neurologica che colpisce oltre tre milioni di donne, con gravi conseguenze sociali, economiche e lavorative
È una vera e propria emergenza silenziosa quella dell’emicrania in Spagna: secondo i dati diffusi dal neurologo José Miguel Laínez, si tratta della prima causa di disabilità tra le donne sotto i 50 anni, con conseguenze profonde sul piano sociale, lavorativo ed economico. A fronte di un impatto così elevato, nasce a giugno 2025 la Fondazione Spagnola per le Cefalee (FECEF), con l’obiettivo dichiarato di cambiare radicalmente il modo in cui viene percepita, trattata e affrontata questa patologia.

Secondo Laínez, che è direttore della nuova fondazione e autore di un recente articolo per l’agenzia Efe, più di cinque milioni di persone in Spagna soffrono di emicrania, oltre tre milioni delle quali sono donne in età fertile. Non si tratta di un semplice mal di testa, ma di una condizione neurologica complessa che si manifesta con dolore pulsante, nausea, vomito, ipersensibilità a luce e suoni, e che può durare ore o giorni, costringendo chi ne è colpito a ritirarsi dalla vita sociale e lavorativa.

“L'emicrania non è un semplice mal di testa”, avverte il neurologo. “È un disturbo neurologico complesso che sconvolge la vita di chi ne soffre”.

Una patologia legata al ciclo ormonale femminile

Uno degli aspetti più rilevanti sottolineati da Laínez è la stretta connessione tra emicrania e ciclo ormonale femminile. Le fluttuazioni degli estrogeni, tipiche durante il ciclo mestruale, la gravidanza, il post-partum e la menopausa, non solo possono scatenare l’emicrania, ma anche intensificarla.

“Durante l'infanzia la prevalenza è simile tra ragazzi e ragazze, ma con l’inizio delle mestruazioni la percentuale sale alle stelle tra le donne”, spiega Laínez. “Infatti, tra il 50 e il 60% delle donne con emicrania sperimenta attacchi legati al ciclo mestruale”.

Durante la gravidanza, l’emicrania tende generalmente a migliorare, soprattutto nel secondo e terzo trimestre, ma può peggiorare in alcune donne a causa delle difficoltà legate all’alimentazione, al sonno e allo stress. Nel post-partum, il brusco calo ormonale, la stanchezza e la mancanza di riposo possono scatenare una recrudescenza degli attacchi. Anche la perimenopausa è una fase critica, con possibile peggioramento prima della stabilizzazione nella menopausa.

Impatti sulla vita quotidiana e lavorativa

Laínez evidenzia come l’emicrania sia storicamente sottovalutata, e spesso non riconosciuta nemmeno nei contesti sanitari e lavorativi. “Era praticamente impossibile ottenere una visita medica o un permesso di lavoro per l’emicrania”, ricorda il neurologo. “Fortunatamente oggi si comincia a riconoscerla per quello che è veramente: un grave problema di salute pubblica”.

Tuttavia, permangono stigma e disinformazione. Le donne che ne soffrono vengono spesso etichettate come esagerate o ipocondriache, rendendo difficile ottenere una diagnosi corretta e un trattamento efficace. “Troppo spesso le donne vengono ignorate o liquidate”, denuncia Laínez. “Questo non colpisce solo la persona fisicamente, ma anche emotivamente e socialmente”.

Le conseguenze sono gravissime: perdita di produttività, opportunità professionali e qualità della vita.

La risposta: nasce FECEF

Per affrontare questa situazione è nata la Fondazione Spagnola per le Cefalee (FECEF), con la missione di trasformare il paradigma dell’emicrania in Spagna. Il progetto punta a creare uno spazio di dialogo e cooperazione tra pazienti e professionisti sanitari, con un approccio basato su evidenze scientifiche e sulla reale esperienza di chi convive con la malattia.

“Nessuno è più adatto di chi convive con questa malattia per identificare i suoi reali bisogni”, afferma Laínez, “e nessuno è più adatto degli specialisti per rispondere con conoscenza ed evidenze scientifiche”.

La speranza è che l’iniziativa possa abbattere il muro di silenzio e incomprensione che ancora circonda l’emicrania e aprire la strada a nuove politiche sanitarie più inclusive, attente al genere e alla qualità della vita.

Redazione