• La piattaforma di wealth planning
  • Non è solo un pacco, è la soluzione giusta
  • banner italpress 720x90

Cresce la speranza di vita, si riduce quella in buona salute

 
Cresce la speranza di vita, si riduce quella in buona salute

Secondo l’ISTAT, nel 2024 la speranza di vita in Italia sale a 83,4 anni, ma solo 58,1 anni sono vissuti in buona salute. Cresce l'obesità infantile

L’ultimo rapporto ISTAT sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, rileva che in Italia l’aspettativa di vita cresce, ma molti altri indicatori legati al benessere fisico e all’accesso ai servizi risultano in peggioramento. Nel 2024, la speranza di vita alla nascita è salita a 83,4 anni. Gli uomini raggiungono in media 81,4 anni, mentre le donne 85,5. Tuttavia, la speranza di vita in buona salute si ferma a 58,1 anni: 59,8 per gli uomini e 56,6 per le donne. 

Sovrappeso infantile in crescita

Un altro aspetto evidenziato dal rapporto riguarda il sovrappeso infantile. Nel 2023, il 26,7% dei bambini e degli adolescenti italiani risulta in eccesso ponderale. La situazione appare ancora più marcata tra i più piccoli, nella fascia d’età 3-5 anni, dove la quota ha raggiunto il 33,8%. 

La dotazione ospedaliera è pari a 30,3 posti letto ogni 10.000 abitanti. Anche in questo caso si rilevano forti differenze regionali: nel Nord-ovest si registrano 32,5 letti, mentre nel Sud il dato scende a 27,1. 

Mortalità evitabile e incidenti stradali: uomini più a rischio

Per quanto riguarda la mortalità evitabile, nel 2022 la probabilità di morire tra i 30 e i 69 anni a causa di tumori, diabete, malattie cardiovascolari o respiratorie è stata dell’8,2%. La percentuale sale al 10,1% tra gli uomini e scende al 6,4% tra le donne. Si tratta di patologie in parte prevenibili e spesso legate a stili di vita, accesso alla prevenzione e condizioni socioeconomiche.

Anche i dati relativi agli incidenti stradali mantengono un andamento stabile: nel 2023 si sono registrati 4,9 decessi ogni 100.000 abitanti, corrispondenti a circa otto morti al giorno sulle strade italiane. I tassi di mortalità sono nettamente più alti tra gli uomini (8,1) rispetto alle donne (1,9), confermando una differenza di genere anche in quest’ambito. Un altro indicatore che presenta variazioni significative è quello relativo alla fecondità adolescenziale. Nel 2023, il quoziente specifico di fecondità tra le ragazze di 15-19 anni è stato pari a 13,6 nati per 1.000 giovani donne. 

Differenze regionali: il Sud resta indietro

Infine, l’analisi territoriale conferma che molte regioni del Mezzogiorno continuano a mostrare valori sanitari inferiori alla media nazionale. Campania, Calabria e Sicilia risultano tra le aree con gli indicatori più distanti dai livelli nazionali in termini di salute pubblica, prevenzione e accesso ai servizi.

Redazione