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Mattel lancia Barbie con diabete di tipo 1

 
Mattel lancia Barbie con diabete di tipo 1

Mattel lancia Barbie con diabete di tipo 1: pompa per insulina, monitor glicemico e app. Un nuovo passo per la rappresentazione e l’inclusione

Bella, elegante e con una pompa per insulina alla vita: è la nuova Barbie con diabete di tipo 1, lanciata da Mattel in collaborazione con Breakthrough T1D – il nuovo nome della Juvenile Diabetes Research Foundation – per rappresentare i circa 304.000 bambini e adolescenti che convivono con questa malattia solo negli Stati Uniti.

Presentata ufficialmente durante il Children's Congress di Breakthrough T1D a Washington, la bambola fa parte della linea Fashionista, la più inclusiva mai realizzata dall’azienda americana. L’iniziativa ha un forte valore simbolico e politico: l’evento è stato anche l’occasione per rinnovare al Congresso USA la richiesta di finanziamenti per lo Special Diabetes Program, attivo dal 1997 e oggi a rischio interruzione dopo settembre.

Un simbolo di rappresentazione, consapevolezza e inclusione

La nuova Barbie indossa un completo a pois blu, colore simbolo della sensibilizzazione sul diabete, e presenta dettagli realistici che la rendono più di una semplice bambola: una pompa per insulina agganciata alla vita, un monitor glicemico continuo sul braccio, fissato con un cerotto rosa a forma di cuore. Ha anche un cellulare con app dedicata al monitoraggio della glicemia e una borsetta per snack e materiali utili alla gestione quotidiana della malattia, coordinata con le scarpe.

La glicemia visualizzata sull'app è di 130 mg/dl, un valore considerato nella norma: la maggior parte delle persone con diabete di tipo 1 cerca infatti di mantenerla tra 70 e 180 mg/dl. Il display dell'app mostra anche un grafico dei picchi e delle flessioni giornaliere.

Un processo partecipato per una rappresentazione autentica

Dietro il progetto, un lavoro durato due anni, guidato da Emily Mazreku, direttrice marketing e comunicazione di Breakthrough T1D e affetta lei stessa da diabete di tipo 1. Mazreku ha coordinato numerosi focus group per raccogliere feedback dalla comunità e garantire che la bambola rappresentasse in modo veritiero e rispettoso le persone che convivono con la patologia. «Quando Mattel ci ha contattati per proporre questa collaborazione, abbiamo colto subito l’occasione», ha raccontato Mazreku. «È fondamentale che anche i bambini che vivono con il diabete si vedano rappresentati nei giocattoli con cui crescono.»

Fashionista: la linea più inclusiva di sempre

Con oltre 175 look differenti, la linea Barbie Fashionista include bambole con differenti colori di pelle, occhi e capelli, oltre a caratteristiche fisiche e mediche non convenzionali. Negli ultimi anni sono state introdotte: una Barbie con apparecchi acustici retroauricolari, una bambola cieca con bastone, una con protesi alla gamba e una con vitiligine. Secondo Mattel, la Barbie cieca e quella con sindrome di Down, introdotte nel 2024, sono state tra le versioni più vendute a livello globale.

Un’attenzione crescente all’inclusività che affonda le sue radici nel 1997, con il lancio di “Share-a-smile Becky”, la prima bambola su sedia a rotelle. Un prodotto che sollevò subito una questione pratica (e politica): la sedia non passava attraverso le porte della Barbie Dream House, evidenziando – simbolicamente e non – le barriere quotidiane che le persone disabili si trovano ad affrontare.

Annachiara Albanese