Il 28 luglio è la Giornata Mondiale dell’Epatite: l’OMS punta a eliminare HBV e HCV entro il 2030. Vaccini, diagnosi e cure possono cambiare la storia
Il 28 luglio, anniversario della nascita di Baruch Blumberg (1925-2011), premio Nobel nel 1976 per aver scoperto il virus dell’epatite B e aver sviluppato il primo vaccino, si celebra la Giornata Mondiale dell’Epatite, istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere azioni per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle epatiti virali. Il tema della giornata mondiale dell’Epatite 2025 è “eliminare l’epatite”.
304 milioni le persone colpite da HBV e HCV nel mondo
Secondo l’OMS nel 2022 nel mondo le persone affette da epatite cronica B e C (HBV e HCV) erano ben 304 milioni, ma solo 7 milioni erano quelle in cura per HBV e 12,5 milioni quelle trattate per HCV. L’impatto umano, sociale, sanitario ed economico delle epatiti virali è enorme, con oltre 1,3 milioni di decessi ogni anno dovuti ai danni causati. Oggi sono noti cinque virus (virus dell’epatite A-B-C-D-E) che provocano infezioni del fegato associate a considerevole morbidità e mortalità.
Vaccini contro epatite A e B, terapia eradicante per l’epatite C
Le epatiti A e B possono essere prevenute attraverso la vaccinazione e adottando comportamenti a rischio ridotto (come rapporti sessuali protetti e non condividere aghi). La diagnosi precoce e il trattamento tempestivo sono fondamentali per evitare complicanze gravi come la cirrosi e il carcinoma epatico. Oggi esistono farmaci estremamente efficaci per il trattamento dell’infezione acuta e cronica da virus B e C, che consentono l’abbattimento della carica virale e la prevenzione delle complicazioni a carico della funzione epatica. Nel caso dell’epatite C la terapia è eradicante.
Strategie OMS: accesso alle cure e abbattimento della carica virale
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha posto nel proprio mirino l’eliminazione delle epatiti B e C entro il 2030, definendo strategie e indicatori, fra i quali un ruolo primario è sostenuto dalle attività diagnostiche e dall’accesso a terapie efficaci. “Per la maggior parte di queste infezioni sono disponibili mezzi diagnostici, terapeutici e di prevenzione estremamente efficaci, in grado di cambiarne la storia naturale, e pertanto è un dovere civico, oltre che deontologico e morale, mettere in campo tutte le risorse disponibili per prevenire e/o controllare la circolazione di questi virus” ha sottolineato Maria Rosaria Capobianchi, docente dell’Università Unicamillus di Roma.
Redazione