In Italia 7 milioni di tatuati: dall’uomo del Similaun all’ISS, un viaggio tra storia, significati e dati attuali sulla diffusione dei tatuaggi
Inizialmente collegata a rituali magico-terapeutici, La pratica del tatuaggio era già presente nelle popolazioni preistoriche. È possibile osservare alcuni esempi su corpi ritrovati parzialmente integri come la mummia dell’uomo del ghiacciaio del Similaun (o di Ötzi) o la mummia della principessa di Ukok, ritrovata nel 1993 sulle montagne Altai e risalente intorno al 500 a.C. Secondo alcuni studiosi, esistono evidenze che permetterebbero di datare i primi tatuaggi addirittura all’era paleolitica. Lo dimostrerebbe per esempio la figura scolpita dell’Uomo-leone della grotta di Hohlenstein-Stadel in Germania, datata a 32 mila anni fa che riporta alcune incisioni orizzontali che potrebbero rappresentare proprio dei tatuaggi.
La pratica del tatuaggio si è sviluppata anche nelle grandi civiltà antiche, come quella egizia e quella dell’antica Roma e, nel tempo, si è diffusa in diverse parti del mondo (dal Giappone all’Oceania, dalla Cina all’Artico, dall’Africa alla Polinesia) con simbologie e significati differenti a seconda del periodo e del luogo.
Tatuaggi in Italia: i numeri dell’Istituto Superiore di Sanità
Dai dati di un’indagine svolta dall’Istituto superiore di sanità (Iss), in Italia ci sono circa sette milioni di persone tatuate, ovvero il 12,8% della popolazione italiana, percentuale che sale al 13,2% se si considerano anche gli ex-tatuati. Dallo studio, realizzato su un campione di 7608 persone rappresentativo della popolazione italiana dai 12 anni in su, emerge che chi si tatua lo fa prevalentemente per una scelta edonistica: il tatuaggio come decorazione, ornamento e abbellimento del corpo. Ma c’è anche uno 0,5% che si sottopone a tatuaggi con finalità mediche (per esempio il tatuaggio del complesso areola-capezzolo o il tatuaggio endoscopico) e il 3% per finalità estetiche (il cosiddetto trucco permanente). Il 76,1% dei tatuati si è rivolto a un centro specializzato e il 9,1% a un centro estetico, ma ben il 13,4% lo ha fatto al di fuori dei centri autorizzati e ciò può costituire una rilevante fonte di rischio.
I tatuaggi sono più diffusi tra le donne (13,8% delle intervistate) rispetto agli uomini (11,7%). Il primo tatuaggio viene effettuato mediamente a 25 anni; la fascia più rappresentativa è quella tra i 35 e i 44 anni (23,9%), con una prevalenza quasi doppia rispetto alla popolazione generale, e tra i minorenni la percentuale di tatuati è del 7,7% (12-17 anni). Emergono differenze di genere rispetto alla sede del tatuaggio: gli uomini preferiscono tatuarsi braccia, spalla e gambe; le donne soprattutto schiena, piedi e caviglie.
Redazione